Le fake news sono sempre esistite, ma il web ha il potere di trasformarle in bufale gigantesche che i professionisti della comunicazione (e non solo) devono imparare a riconoscere
Occhio alle fake news, l’incubo peggiore per chi fa comunicazione. Riconoscerle non è impossibile, ma occorre fare parecchia attenzione per evitare di incorrere in pesanti scivoloni.
Già, perché oltre che amplificare le bufale, il web ha anche il potere perverso di conservare per sempre la memoria di chi ci è cascato in pieno. E se questo qualcuno fa il comunicatore di professione, il problema non è di poco conto. Anzi…
Forse basterebbe ricordarsi degli insegnamenti di giornalisti e comunicatori d’altri tempi che insistevano in maniera quasi maniacale sulla verifica delle fonti. Eppure anche loro, ogni tanto, prendevano qualche granchio.
Riconoscere una fake news non è sempre facile perché queste bufale sono spesso presentate in modo tale da non essere immediatamente distinguibili dalle notizie vere. C’è chi sostiene che il Web crea il problema amplificando a dismisura l’eco delle notizie false ma contribuisce anche a risolverlo grazie al processo di fact checking collettivo degli utenti attraverso la consultazione di fonti affidabili.
Ma prova un po’ a pensare a quanti personaggi famosi come Robert Redford (lui e tutti gli altri sono autorizzati a fare e rifare tutti gli scongiuri del caso), in perfetta salute, improvvisamente sono stati dati per scomparsi sui social network. Migliaia di commenti, fiumi di parole e cordoglio prima che gli stessi, o più probabilmente chi si occupa di comunicazione per loro, intervenissero per smentire la notizia. A volte cavandosela con un sorriso e un po’ di pubblicità gratuita…
Una bufala ben riuscita…
Un esempio divertente risale al 2013 quando a Parigi, durante il Roland Garros, durante il servizio di transportation che accompagna i giocatori dall’albergo ai campi di gioco viene comunicata loro la notizia del ritiro di Roger Federer. Lo hai visto? Beh, se non lo hai ancora fatto ti consiglio di dargli un’occhiata perché le immagini raccontano bene l’effetto delle fake news ben imbastite sulle persone e persino sugli addetti ai lavori…
La prima fake news della storia ha oltre 180 anni…
Secondo alcuni, la prima fake news della storia risale a ben prima dell’invenzione di internet…
Infatti, dobbiamo tornare indietro fino al 1835 quando il New York Sun pubblicò una notizia sconvolgente: John Herschel, astronomo inglese, che aveva intrapreso un viaggio verso il Capo di Buona Speranza per studiare i cieli meridionali, aveva scoperto la vita sulla Luna.
Come? Beh, usando un grande telescopio che gli aveva permesso di vedere spiagge, fiumi e una forma di vita aliena simile ad un incrocio tra uomo e pipistrello. Altro che Area 51…
Come riconoscere una fake news
Ma l’ironia (e lo scherzo a Roger ne è un esempio) è una cosa, la diffusione di notizie false tutt’altra. E spesso non è opera di qualche buontempone, ma si tratta di notizie false elaborate ad arte per danneggiare qualcuno e avvantaggiare qualcun altro. La propaganda insegna…
E allora è arrivato il momento di vedere come riconoscere queste “maledette” fake news. Non ci sono formule magiche infallibili per riuscirci, ma almeno 4 consigli utili che dovresti seguire se non vuoi inciampare sulla prossima bufala che correrà sul web…
- Controlla il sito che ha pubblicato la notizia. Lo conosci? Ha un dominio comune (.it .com .eu). E verifica se fonti autorevoli (come Reuters o Ansa, ad esempio l’hanno ripresa)
- Non fermarti al titolo choc. Dietro un titolo a caratteri cubitali fatto per colpire l’attenzione magari si nasconde poca “ciccia” come si dice in gergo. Se fai comunicazione non ami certo che i tuoi lettori si fermino al titolo ma leggano tutto il tuo articolo, il tuo post o la tua recensione… Fai sempre lo stesso.
- Chi è l’autore dell’articolo? Si tratta di un giornalista o di un blogger di cui non hai mai sentito l’esistenza? Ognuno può spacciarsi per blogger esperto in un determinato settore, ma tra il dire e il fare… Meglio controllare grazie a Google con chi hai a che fare.
- Non condividere tutto subito! Questa è la cosa più importante. Prima di commentare una notizia che ha dell’incredibile o condividerla su uno dei tuoi profili sui social network, fai un bel respiro. Magari alzati e vai a bere un sorso d’acqua e quando torni alla tua scrivania o sul divano di casa tua dove hai lasciato smartphone e/o tablet, ripeti tutte le operazioni elencate nei punti qui sopra dall’uno al tre. Perdere qualche minuto può salvarti la faccia!